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Con Clara Pontoppidan
Danimarca 1922
“C’era una volta” è il terzo film di Carl Theodor Dreyer, girato quando il regista aveva solamente 33 anni. Si tratta di una specie di favola, adattamento di una commedia in cinque atti di Holger Drachmann, sceneggiata dal regista e da Palle Rosenkrantz. L’ambientazione è quella del regno immaginario di Illiria: la bella principessa di questo reame è scontrosa, capricciosa e incontentabile, e rifiuta tutti i pretendenti che si fanno avanti, condannandoli pure a morte. Tra gli sfortunati respinti – ma non giustiziati – c’è il ricco principe di Danimarca, arrivato a corte con il suo simpatico accompagnatore. Il principe non si arrende davanti al ‘no’, ed elabora un furbo stratagemma per conquistare la bisbetica principessina, consistente nel cambiare identità per ricominciare il corteggiamento da zero e con altri metodi. Come si è detto, siamo davanti ad una fiaba: lo lascia presagire già il titolo, tipico incipit di questo genere di racconti. Ci sono, come in molte favole, la bella e il suo amante, ci sono un elemento di umorismo (il simpaticissimo compagno del principe) e un tocco di magia (il bollitore che mostra il futuro); c’è poi il tipico momento ‘drammatico’, ma dopo naturalmente arriva il lieto fine. Nonostante abbia questa struttura tutto sommato canonica, il film non si trova mai vicino al banale: merito di Dreyer, che sa mantenere la vicenda sempre viva e vivace. Ma anche degli attori, tutti di grande capacità recitativa ed espressiva. E pure delle scenografie, davvero belle e curate, in particolar modo quelle che riproducono i fitti e tetri boschi della Danimarca. E’ sempre interessante scovare i primissimi film della produzione di un maestro, pellicole particolari e curiose come questa, nelle quali già si ritrovano in nuce le enormi capacità che si dispiegheranno in seguito.
